Progetto Supra: le nostre mascherine usate possono diventare materia prima per la produzione di asfalto

Un grande problema ambientale come l'inquinamento da mascherine può trovare soluzione da un progetto di economia circolare promosso delle Università di Bergamo e Tuscia.


Tutti o quasi ricordiamo i primi momenti della pandemia, attimi di terrore in cui procurarsi guanti o mascherina pareva una missione (quasi) impossibile. Fortunatamente sono stati fatti diversi progressi dal non così lontano febbraio 2020, progressi resi ancora più evidenti dalla recente introduzione da parte del Governo italiano dell’obbligo di dispositivi di protezione FFP2 in alcuni luoghi. Le mascherine sono ad oggi insomma diventate compagne della nostra quotidianità: che sia al supermercato o in farmacia, dal tabaccaio o nei negozi di abbigliamento, sono facilmente acquistabili e ce n'è per tutti i gusti.
Mascherine abbandonate in strade e nell'ambiente

Eppure, nonostante sia innegabile il beneficio che i cosiddetti Dpi (Dispositivi di Protezione Individuale) hanno apportato per tenere sotto controllo i contagi nonché la pandemia in generale, le mascherine sono un serio problema per l'ambiente. E' infatti sufficiente una frettolosa occhiata alle strade italiane per rendersi conto che, spesso e per i più svariati motivi, i dispositivi non vengono adeguatamente smaltiti rappresentando così un danno per l'ambiente. In generale, produciamo globalmente più di due tonnellate di rifiuti a livello all'anno. Secondo diverse associazioni ambientaliste tra cui WWF e Greenpeace, i Dpi rischiano di pesare notevolmente su questo numero. Come mostrato da uno studio olandese pubblicato ad inizio 2021, l'errato smaltimento anche solo dell'1% dei Dpi rischia di lasciare indelebili segni nell'ambiente per i secoli a venire, visto il lento tempo di smaltimento dei materiali che compongono mascherine, guanti e camici.
Dall'emergenza Covid una nuova emergenza ambientale per lo smaltimento dei rifiuti prodotti

Un innovativo progetto noto come Supra - acronimo che sta per Single Use Ppe Reinforced Asphalt - sembra però poter offrire una soluzione almeno per quanto riguarda i Dpi a fine vita, ovvero ormai inutilizzabili. Il progetto di ricerca, di durata semestrale, è promosso dal Ministero per la Transizione Ecologica su proposta di professori e ricercatori del Dipartimento Economia, Ingegneria, Società e Impresa dell'Università della Tuscia in collaborazione con il gruppo di ricerca Virtualization and Knowledge dell'Università di Bergamo.
Produzione di asfalto di miglior qualità una possibile risposta al problema mascherine

L'obiettivo del progetto Supra è di adottare un modello circolare per quanto riguarda lo smaltimento dei Dpi affinché possano diventare materiali atti alla preparazione di asfalti cosiddetti rinforzati, che mostrino quindi migliore resistenza alla frattura e migliore vita utile rispetto agli asfalti prodotti con i tradizionali metodi di lavorazione.


I benefici di tale ricerca sono innumerevoli. Da una parte, un asfalto simile abbasserebbe sensibilmente i costi di produzione e manutenzione; dall'altra, utilizzando i Dpi come materia prima, si eviterebbe il terribile impatto ambientale che questi ultimi hanno. In attesa che Supra diventi realtà, è comunque pur sempre consigliabile seguire le istruzioni del comune di residenza in merito allo smaltimento dei Dpi per minimizzare l'impatto. Come spesso accade quando si tratta di ambiente, ogni piccolo gesto conta.

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