I Campi Flegrei: un vasto sistema vulcanico

Ad ovest di Napoli una vasta area vulcanica con struttura detta a caldera, sono i Campi Flegrei, dal greco campi ardenti.


Oggi vi parleremo di uno dei sistemi vulcanici più pericolosi e complessi d'Italia: i Campi Flegrei. Questa zona, situata nella provincia di Napoli, è stata per secoli fonte di paura ma anche di miti e leggende grazie alle sue attività sismiche e geologiche uniche al mondo. Ma cosa sono esattamente i Campi Flegrei? In questo articolo approfondiremo la loro origine, le caratteristiche principali e gli eventuali rischi di questa zona della regione campana.
Immagine satellitare del 9 Luglio 2012 - Credit: NASA

Geologia e Vulcani dei Campi Flegrei
I Campi Flegrei sono una enorme regione vulcanica con una struttura chiamata "caldera": un'area ribassata di forma quasi circolare creata da grandi eruzioni nel passato. In particolare l'attuare struttura a caldera deriva da almeno due grandi eruzioni: l'Ignimbrite Campana (40.000 anni) e il Tufo Giallo Napoletano (15.000 anni). La caldera si estende dal Monte di Procida a Posillipo e include anche un tratto sottomarino nel golfo di Pozzuoli. All'interno della caldera ci sono stati più di 70 vulcani che hanno lasciato crateri, laghi ancora visibili e grandiosi edifici. L'ultima eruzione è avvenuta nel 1538, quando un sollevamento del terreno alto 19 metri ha portato alla creazione del Monte Nuovo. Da quel momento la caldera è "dormiente", tuttavia mostra segnali di attività come fumarole, sismicità e movimenti del suolo.

Il fenomeno del Bradisismo
La deformazione del suolo nella zona flegrea è chiamata bradisismo (letteralmente movimento lento del suolo) ed è ben nota in altri crateri vulcanici come risorgenza calderica. Il terreno può periodicamente sollevarsi o abbassarsi, a seconda di quali modelli si verificano nel tempo.
La ricostruzione storica del bradisimo ai Campi Flegrei è stata reso possibile grazie agli studi effettuati su un monumento che si trova vicino al porto di Pozzuoli, il Serapeo. Benché erroneamente ritenuto un tempio dedicato al dio dell'antico Egitto Serapide, in realtà ha funzionato come mercato tra il I e il II secolo d.C. Nelle tre colonne ancora erette si notano diversi fori di litodomi posti a varie altezze che possono diventare preziose informazioni. Con la datazione di queste tracce è stato quindi possibile ricostruire le oscillazioni del mare causate dall'innalzamento o abbassamento del livello del suolo in epoche diverse.
Nell'ultimo secolo, le tecniche di livellazione geodetica e i moderni metodi di misurazione GPS e interferometrica hanno portato a una maggiore comprensione del fenomeno del bradisismo flegreo. Ora è possibile monitorare le variazioni del suolo in tempo reale per mezzo della tecnologia più avanzata.

Documentario sul Bradisismo dei Campi Flegrei

Negli ultimi anni ci sono stati vari periodi di bradisismo nella zona: 1969-1972 e 1982-1984. Queste crisi hanno portato ad un sollevamento del suolo di oltre tre metri e numerosi terremoti. I residenti del centro storico di Pozzuoli hanno dovuto essere evacuati e ricollocati in quartieri più periferici della città. Nel 2006 è iniziato un nuovo sollevamento del suolo di circa un metro seguito da varie scosse sismiche. A partire dal 2012, la costante variazione di alcuni parametri geofisici e geochimici, rilevati dalle varie stazioni di rilevamento dell'Osservatorio Vesuviano, ha portato l'INGV ad innalzare l'allerta a LIVELLO GIALLO e ad attivare la fase operativa di attenzione.
Fumarole nei Campi Flegrei

Rischi di un eventuale eruzione
Analizzando l'attività vulcanica dei Campi Flegrei nell'arco della storia, attraverso l'analisi di reperti, dati e vari studi scientifici, si può affermare che è stata caratterizzata principalmente da eruzioni di tipo esplosivo.
Futuri eventi vulcanici saranno quindi con grande probabilità simili provocando i seguenti fenomeni:
Colonne eruttive formate da gas, frammenti di lava incandescente e ceneri che salgono fino a decine di chilometri;
Caduta di materiale vulcanico in modo selettivo vicino alla bocca eruttiva o sotto forma di ceneri e lapilli depostisi a diverse decine di chilometri di distanza;
Flussi piroclastici composti da gas, cenere e frammenti ad alta temperatura che possono scorrere per chilometri al di fuori del confine della caldera;
Esplosioni freatiche nell'area dei sistemi idrotermali della Solfatara e di Pisciarelli, che potrebbero verificarsi anche prima dell'eruzione;
Colate di fango e cenere esplosive, create da ceneri vulcaniche e acqua, sia durante l'eruzione che lungo tempo dopo.

Per ulteriori approfondimenti:
- Approfondimenti nella sezione Campi Flegrei della Protezione Civile.
- La sezione specifica del sito 'Io Non Rischio' per le buone norme di comportamento indicate dalla Protezione Civile.
- Il sito del Parco Archeologico Campi Flegrei.

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